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L'ANNO ALL'ESTERO - IL PASSAGGIO ALLA SCOPERTA DI SÉ STESSI

by Karen Gee

Un anno all’estero – “l’anno in cui una persona migliora enormemente il proprio livello linguistico”. Sí, certo, però il cambiamento non è sicuramente solo bianco o solo nero. Per me questa esperienza si è dimostrata essere un momento fondamentale non soltanto per migliorare linguisticamente, ma soprattutto per scoprire me stessa a livello personale.

Prima di partire ti mettono in guardia, ti avvisano che quest’anno può essere sia turbolento che magnifico, e io ora posso confermare che non è solo un modo di dire. Sebbene io stia trascorrendo una bella esperienza in Italia, ci sono sempre giorni in cui mi manca qualcosa (famiglia, amici), e a volte quella fiducia che avevo in me stessa prima di partire si perde.  

Gli ultimi sette mesi mi hanno dimostrato che forse non mi conoscevo così tanto bene come pensavo. Intendo dire che è facile pensare di essere una persona indipendente, ma non appena arrivi in un posto nuovo scopri immediatamente che non sei così “autosufficiente”. Al contrario, dipendiamo ancora tantissimo dai nostri cari che ci aiutano nei momenti di difficoltà. Sentiamo il bisogno di chiamarli nei nostri piccoli momenti di crisi, come per esempio ho fatto io per i miei primi giorni al lavoro: anche semplicemente usare una cartina per trovare dove si svolgesse una banale conferenza era per me fonte di panico! Sono questi dettagli che ci fanno sembrare fragili.

Inoltre, essendo una persona che si preoccupa tantissimo per ogni cosa, sia bella che brutta, e aggiungendo il fatto di essere lontana da casa, ho dovuto impegnarmi di più a creare una rete di amicizie, evitando di cedere alla tentazione di rimuginare su qualsiasi cosa sembri una sfida. Dentro la mia testa scattava un campanello di allarme misto ad ansia ogni volta in cui commettevo un errore grammaticale al lavoro!

Dunque, qual è la soluzione per trovarsi bene? 

Ecco una lista di tutte le cose che mi sono servite per integrarmi al meglio nella vita italiana:

FARE PARTE DI UN CENTRO SPORTIVO

Dopo essermi trasferita in Italia, ritenevo necessario cominciare di nuovo la palestra.
Oltre ad essere un'attività gratificante, era un buon metodo per ampliare il mio vocabolario e conoscere persone nuove. Ricordo bene la prima volta in cui sono andata al corso di pilates, dove non solo non riuscivo a fare l'esercizio vero e proprio, ma nemmeno a capire quello che diceva l’istruttore, sembrava parlasse arabo! Ma poi, come per miracolo, ce l'ho fatta! Poi è sempre divertente seguire la lezione di pilates in una lingua diversa dalla tua.

I GRUPPI ERASMUS

FARE AMICIZIE AL LAVORO

VISITARE ALTRE CITTÀ DURANTE IL WEEKEND (approfittandone il più possibile)

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