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RECENSIONE DI BENVENUTO PRESIDENTE (2013): FUNZIONA ANCORA NELL’ANNO 2018?

by Nathan Berry

Benvenuto Presidente è un film commedia italiana del 2013 che tratta di Peppino Garibaldi, un pescatore del nord Italia, che, a causa di un errore amministrativo del governo italiano, diventa Presidente della Repubblica. Invece di assegnare le dimissioni, però, Peppino decide di fare del suo meglio e, nonostante la sua incompetenza, il suo fascino goffo convince il popolo italiano alla fine e ispira speranza per cambio politico in Italia. Tuttavia, va da sé che il clima politico sia cambiato molto negli 5 anni dalla distribuzione del film, e oggigiorno è illuminato in un contesto politico più serio in seguito dell’elezione di Trump, per esempio. Quello che voglio sapere, però, è: vale la pena guardarlo nel 2018?

 

Peppino, interpretato da Claudio Bisio, è la personificazione di mascolinità italiana che è un elemento cruciale nelle commedie italiane. Ossia, è onesto, schietto, affascinante, maschile stereotipicamente e un po’ maschilista. Tradotto nel contesto politico, ha un’ignoranza dell’etichetta, un messaggio anti-establishment e un modo politicamente scorretto di parlare. Pertanto, riesce a entrare in contatto con il popolo italiano in un modo che l’establishment non poteva e, quindi, é rappresento dal film come un politico rivoluzionario e unico.

 

Naturalmente, queste caratteristiche significano che Peppino sembra il contrario di rivoluzionario in 2018: rappresenta lo status quo di forza politica nel mondo occidentale. Perciò, il film ha perso la sua fonte più ricca di commedia perché l’assurdità della narrativa bizzarra e stata relegata a vecchie notizie dopo l’arrivo di Trump. Oltretutto, il retorico politico di espressione di mascolinità di Peppino si confronta con Trump e altri politici populisti moderni che, anche se Peppino per ammissione un po’ più affabile, rende delle sue azioni sgradevoli invece di divertenti, secondo me.

 

Mi pare che questo sia particolarmente vero rispetto al suo trattamento delle donne nel film. Sulla scia del movimento Me Too e rivelazioni successive delle molestie sessuali da parte di uomini in posizioni di forza, il rapporto di Peppino con la sua segretaria, Janis, sembra non solo non divertente ma anche sgradevole. In una scena, ad esempio,

 le molestie di Peppino sul posto di lavoro fanno scappare via Janis piangendo, che potrebbe essere letto in modo serio, nonostante sia usato per scopi comici.

 

In breve, i paralleli narrativi con Trump e la sua mascolinità tossica accoppiato con la sua posizione di forza significano che Peppino sembra, contrariamente, un politico molto non rivoluzionario nel 2018, e, perciò, il film ha perso il suo senso di innocenza, fascino e innocuità che aveva posseduto. Se io avessi scritto del film nel 2013, sarei stato forse più positivo, ma il narrativo non è più surreale, invece mi riguarda da vicino. Mentre il film è diventato involontariamente più rilevante, per la stessa ragione è diventato meno divertente. Detto ciò, il film riesce ancora a ispirarmi per un cambiamento politico, ma, al contrario per politici diversi da Peppino.

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