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THE SOUND OF SOUTH TYROL

by Izzy Pelling

Insegnare con il British Council durante il mio anno all’estero è stata, per me, una scelta semplice; l’impegno lavorativo è di sole dodici ore alla settimana, il tempo libero è molto e (motivo forse più importante) si è retribuiti. Quando, però, mi sono trasferita in un appartamento in mezzo alle montagne, mi sono chiesta “che cosa ci faccio qui?” “È questo che veramente volevo per il mio anno all’estero?” Mi sentivo come se dovessi recitare la parte della figlia maggiore della famiglia von Trapp in una rappresentazione teatrale. L’Alto Adige è bellissimo, ma cosa avrei mai potuto fare là per un anno?!

 

L’Alto Adige è una regione nel Nord Italia, vicina al confine con l’Austria, nazione alla quale la regione apparteneva storicamente; è stato solo dopo la Prima Guerra mondiale che essa è diventata parte dell’Italia. Per queste motivazioni il tedesco è la lingua principale nella regione; esso è parlato principalmente nelle campagne, mentre l’italiano è usato solamente nelle città. Studio l’italiano da solo due anni e il tedesco da 6 o 7 anni, perciò prima di arrivare pensavo di poter contare principalmente sulla mia conoscenza della lingua tedesca. Quello che non sapevo è che il tedesco parlato nel Sud Tirolo è un dialetto molto particolare chiamato “Sudtirolisch”.

 

Per prima cosa ho dovuto imparare a risolvere i problemi con calma e pazienza: tutti gli impegni quotidiani richiedevano un grande sforzo mentale, persino uscire con gli amici o fare la spesa. Non c’è Tesco delivery e nemmeno Cheesy Tuesdays o TP Friday. A dire la verità c’è Deliveroo quindi non è stato un vero e proprio disastro.

 

Dopo qualche giorno, mi sono resa conto che queste due culture, quella italiana e quella tedesca, sono molto diverse ma convivono armoniosamente a Bolzano, la città in cui vivevo; era perfettamente normale vedere persone in Lederhosen (il costume tradizionale austriaco), come anche vedere passare un trattore traboccante di mele (gli altoatesini amano le mele). Inoltre, era comune sentire bambini davanti alla scuola che urlavano in perfetto italiano per poi girarsi verso i loro genitori e parlare in dialetto tedesco.

Vorrei raccomandare a tutti l’anno all’estero e quando la gente mi chiede “Cosa hai fatto durante questa esperienza?” non mento; dico semplicemente che ho sviluppato tantissime capacità lavorative, ho imparato a sciare e mi sono innamorata delle montagne, degli alti pini verdi, dei fiumi tranquilli e della neve fresca. Va detto anche che ho imparato un po’ d’italiano!

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